Intanto che caricano i filmati della conferenza così da poterveli postare, ecco una summa di quanto accaduto durante Lucca Comics.
Già il primo giorno la stanchezza ed il nervoso per la conferenza hanno logorato la resistenza. Non tiriamo in ballo l’età, ma pure quella ormai conta e quando arriva la sera ti domandi come possa esserti venuto in mente di fare una maratona notturna a GuitarHero, che se nemmeno più i Kiss e i Guns lo fanno più ci sarà un motivo…
Vabbé, come avete visto il rifocillo della prima sera è stato all’insegna della tradizione, con l’ormai immancabile Pizzeria Buitoni che non si chiama davvero così e la pizza è anche buona, ma insomma, quando ti portano una pizza esattamente un minuto dopo che hai dettato l’ordine il sospetto che la tenessero lì dietro l’angolo dalla mattina un po’ ti sale. Giovedì è stato anche il giorno per girare la fiera. Già perché la pioggia ha tenuto lontano molte persone e come già detto altrove LuccaC&G senza la folla funziona benissimo e girarla è un piacere. Un bel giovedì.
- L’inizio della conferenza con “un-uomo-in-calzamaglia” e “Michele la capra umana” ^_^
Poi è arrivato il venerdì e su di esso anche il bel tempo. In realtà si è trattato di cielo coperto con rari barlumi di sole, la mancanza del diluvio però è stato più che sufficiente perché fosse definito “bel tempo” dalle maestranze, e allora…
C’è ressa e quindi ecco arrivare il caos: autori che girano con la scorta, autori che non puoi filmarli nè fotografarli e nemmeno osservarli se non hanno indossato almeno, che so, un sacchetto del pane in testa. L’organizzazione scarseggia perché ognuno ha la sua idea e non pensa proprio a confrontarsi con le idee altrui. Ognuno per la propria strada e poi, alé, tutti a fare il confronto e a protestare perché non c’è convergenza ed ottimizzazione. Così una distribuzione biglietti alla “chi primo arriva meglio alloggia” diventa un “dalle 15” che diventa un “allora comincio la fila ora che sono le dieci”per finire in un “Hey, tu! che ci fai in fila in un padiglione vai fuori a farla!”. E dai che se un padiglione ha tipo 18 entrate ognuno sarà primo alla fila all’entrata che preferisce. E via così, verso il caos. Sarà che il V Novembre non era lontano, ma davvero s’è rischiata l’anarchia. Fortuna che un geniale lettore del blog del Venerabile Leo Ortolani si è talmente documentato e preparato che, a un certo punto, ha provveduto ad allineare e numerare la fila ore prima che arrivassero i numeratori ufficiali. Così, tutti belli pronti e buoni già da un po’.
Sì, come avrete notato siamo già nel pieno della signing session del nostro venerato Venerabile. E’ proprio così che va ogni volta: per quanto ci si prefigga di girare e trovarsi allo stand di Panini all’ultimo si comincia a girare lì intorno dalla mattina e si finisce per cominciare ben prima di quanto programmato.
La sessione parte regolare e naturale. Il numeratore di folle viene premiato con l’occasione di replicare una vignetta di Leo così che possa essergli offerto il famigerato Vulevuà Moscé
La signing session del venerdì all’insegna del Vulevuà Moscé portato apposta per l’occasione
Generazioni a confronto a Lucca Comics
Ora, a raccontarla così sembra tutta rose e fiori con un pochino di disorganizzazione. In realtà sfrutto questo spazio per scusarci con chiunque non sia riuscito a vedere il Venerabile disegnare, chiunque sia stato mandato via perché i numeri erano stati ditribuiti ore prima, tutti quelli che han dovuto sorbirsi le maglie gialle in veste security: né noi nè Leo Ortolani vorremmo questo sistematico cordone. Se proprio poi non fosse possibile la splendida fila con spazi appostiti alle signing session del primo Mantova Comics, almeno una cosa come la fila da oltre 200 persone della Lucca di “+1” quando c’era sole e spazio e tempo per tutti la vorremmo ancora. Non si può. Perché gli autori sono agli stand, i quali sono nei padiglioni, ma nei padiglioni, tra gli stand, non si può e non si deve creare file o assembramenti. Cosa che, a rigor di logica, sarebbe anche sana e sensata. Non è né una mischia di rugby né una difesa delle Termopili. La domanda nasce allora spontanea: non è un po’ assurdo pretendere che non accada ciò per cui una fiera simile nasce, ovvero che i fan facciano la fila per un disegno dell’autore preferito?
Ma non divaghiamo.
La sessione prosegue e prosegue…
Nel mentre, passano alla signing session con nostra immensa gioia Mauro Talarico ed Elena Mirulla a farsi le foto col nostro Leo. Hanno realizzato una cosa assieme ed assieme a tanti altri, ma ve ne parleremo poi… ché, intanto, appena caricheremo le immagini video della conferenz, molto vi sarà chiarito in quella sede.
… sullo stand e alle spalle di Leo Ortolani c’è scritto 16 – 17:30;
è finita alle 19:15 quando nonostante il tentativo di accontentare tutti, tra interviste e autografi agli stoici rimasti. iunge infatti un operatore del padiglione armato di telone protettivo, con l’intenzione di inguainare lo stand Panini con un rotolone verde (sembrava ci stessero fasciando lì dentro, facendoci fare la fine di Paperino nella tenda di turno!).
Siamo usciti letteralmente a fiera chiusa.
Non chiudeteci dentro!
Eravamo appena a metà e già tra i sintomi compariva anche il jet lag O_o.
La cena, come sempre ancora assieme, è stata una celebrazione della stanchezza e della illusa disattenzione. Tutti sapevamo, eppure nessuno ha pensato con razionale presenza di spirito che, senza una prenotazione, nessuno dei ristoranti più in voga e gustosi avrebbe potuto farci nemmeno annusare le cucine dal retrobottega. Abbiamo così dato luogo al cammino della fame: avanzata a passo di crisi ipoglicemica in cui, strascicando i piedi, abbiamo attraversato Lucca. Prima costeggiando le mura interne e poi lungo la direttrice mediana cittadin. Tutto in cerca di un posto per mangiare, senza possibilità alcuna di essere sfamati senza prenotazione di almeno due mesi antecedente. Salvati dal solito meraviglioso ed onestissimo kebabbaro nella viuzza tra Fillungo e S.Michele.
Con quel minimo di tepore nello stomaco, abbastanza per non finire assiderati, (perché a Lucca la mattina si gela, a pranzo si suda in maniche corte, alle 19 si crepa di freddo e umido) abbiamo raggiunto le auto. Certo non di buon passo, giacché tutti, Tonno in primis, avevamo una capacità motoria di 20 cm di ampiezza passo. Siamo tornati sui gomiti, per fare prima.
Stavolta niente musica, dritti a dormire come orsi, che è stata una gran giornata.
Per il seguito, ci sentiamo presto.